Le ricostruzioni storiche - Seconda parte
La storia nell’Apocalisse
Dopo aver letto Le ricostruzioni storiche - Prima parte, per continuare è necessario questo inciso: fin dai primi libri (DEI RICCHI - Volume II) abbiamo intuito che l’Apocalisse è un testo che narra la storia antica, seppur utilizzando simbologie che rendono criptico il messaggio. La stessa cosa vale per un’altra opera Oracoli Sibillini, la cui interpretazione è iniziata nel DEI RICCHI - Volume III con il massimo del suo utilizzo ne L'origine della Storia. Tra i due testi l’Apocalisse ricopre un ruolo speciale per essere stata inserita a chiusura della Bibbia, a misura dell’importanza nel tramandare la verità, seppure in modo nascosto, illustrata sotto forma di vari "quadri".
Due imperatori e un impostore
Uno di questi "quadri" è quello dei “due testimoni” la cui centralità ci è fornita dal corrispettivo storico costituito da un fatto così grave che i falsari si diedero un gran d’affare per alterarlo o addirittura eliminarlo del tutto dalle cronache dell’epoca - manca ad esempio negli Annali di Tacito (Giovanni Battista - La storia svelata). Esso infatti racconta con linguaggio ermetico l’uccisione dell’imperatore Gaio Cesare e di un suo nobile cugino. Entrambi avrebbero dovuto prendere il posto degli antichi due consoli per ripristinare le consuetudini governative dell’antica Repubblica. Invece vennero assassinati da Giulio Cesare Agrippa/ Agrippa I, il quale, come abbiamo anticipato, è descritto in maniera subdola da parte delle fonti romane che tacciono la sua vera famiglia in quanto solleverebbe un altro scandalo ai danni di Augusto. Era stato infatti quest’ultimo a concepirlo con la figlia Giulia tramite un incesto in piena regola. Ma non basta, in quanto per arrivare a tanto Augusto fece uccidere il generale Giulio Agrippa che era il vero marito di Giulia. Insomma Augusto aveva sommato alla brutalità e alle macchinazioni con cui era giunto al potere anche due peccati insostenibili per qualsiasi società: l’uccisione del genero per unirsi alla propria figlia. Tutto questo è abilmente nascosto nelle cronache ufficiali e a noi va il merito di averlo portato alla luce nel De romana fabula confrontando le fonti a disposizione, comprese quelle religiose che quindi dimostrano ancora una volta di essere dei testi che se da una parte sovvertono la storia per nascondere la verità, dall’altra raccontandola la preservano e la trasmettono ai giorni nostri.
Un altro Agrippa
Gaio Cesare (Caligola) venne ucciso nel 44 d.C. ma il suo assassino non la passò liscia. Ci pensò l’imperatore Claudio a fare giustizia attaccando la Britannia dove Agrippa I si era rifugiato con i suoi due figli: Agrippa II e Berenice, un’altra coppia fondamentale nella genesi del cristianesimo perché, pur essendo fratello e sorella, si unirono per generare un altro Giulio Cesare Agrippa (III), che ha molta importanza per la nascita del cristianesimo. Qui dobbiamo infatti anticipare una questione nodale per la comprensione di tutti i vangeli: il personaggio di Gesù non nasconde infatti una sola persona storica bensì due, rappresentanti di una e dell’altra dinastia. Il primo era un discendente di Augusto, l’altro di Marco Antonio. Più precisamente: - il primo era il Giulio Cesare Agrippa (III) appena introdotto - il secondo si chiamava Marco Antonio Polemone ed era discendente dell’omonimo re del Ponto e di Drusilla, figlia dell’imperatore Gaio Cesare (Caligola). Di più Marco Antonio Polemone era la vera figura storica corrispondente a Giovanni Battista. Parte di queste notizie sono disponibili normalmente, altre sono rintracciabili solo nei nostri studi, in particolare in DEI RICCHI - Volume VI e in Le immagini del mistero.