Differenze tra le versioni di "Portale:L&I"

Da DEI RICCHI.
 
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== Presentazione di L&I (Liberi & Intelligenti) ==
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Liberi & Intelligenti, o in poche lettere: L&I (pronunciato "ellendi").
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E' questo il posto dove raccogliamo tutti i meme e gli screenshot che testimoniano in immagini e poche parole quello che accade nel mondo, con particolare attenzione ai comportamenti religiosi delle persone.
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E’ vero, non sapevamo come intitolare questo portale. Il materiale da presentare sono tante, tante immagini raccolte in internet e che fanno riflettere sui rapporti che molte persone hanno con le religioni che si ispirano alla Bibbia. Relazioni non semplici e sulle quali potremmo scrivere pagine e pagine. Ma non è il nostro scopo, perché quando ci mettiamo sulla tastiera preferiamo farlo per comunicare le nostre scoperte sul cristianesimo.
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Ma allora che fare di tutte quelle istantanee, che ci hanno incuriosito in tutti questi anni? Non bastava raccoglierle, come si fa con i francobolli o qualsiasi altro oggetto da collezione. Non è nel nostro spirito quello di impadronirci di quanto ci piace e riteniamo meritevole di essere condiviso. Erano immagini condivise da altri e quindi? Semplicemente meritavano di rimanere ancora un po’ in internet, non dimenticate nei post di Facebook o nei messaggi di Whatsapp.
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Perché questa attenzione? Ci pare che se non tutte almeno moltissime dimostrino l’intelligenza delle persone che non accettano acriticamente quello che gli viene propinato. E come fanno a dimostrare il loro disappunto o semplicemente la meraviglia di una breve opinione? Poche parole e una foto. Perché, nella società come la nostra dove a livello di mainstream si sta imponendo il pensiero unico, scoprire tutta questa varietà è come meravigliarsi davanti alla biodiversità della natura, che le multinazionali vorrebbero coprire con il brevetto propinando alla gente sempre i soliti prodotti.
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Quindi che fare? Dare uno spazio a questi pensieri in cui la libertà e l’intelligenza, seppure a piccole dosi, viene espressa. Uno spazio che nei canali d’informazione, quelli dove solo gli esperti possono parlare o scrivere, non avrebbero. Rappresentare che il pensiero comune non è sempre quello degli esperti, ma non per questo è meno interessante, né meno intelligente, né meno creativo. Anzi.
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== Scopo e organizzazione delle immagini ==
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Il termine condividere ha un particolare utilizzo in Internet, soprattutto nei social. Viene usato nell’eccezione di “rendere disponibile nel proprio profilo quello che si trova altrove”. Ovvero non indica che necessariamente quanto condiviso rappresenta esattamente il pensiero di chi lo condivide. Lo stesso principio vale per noi in queste pagine: il nostro pensiero non si immedesima con quello che condividiamo, ma riteniamo che il suo contenuto meriti attenzione e perciò cerchiamo di divulgarlo.
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Abbiamo evitato di pubblicare le immagini comunemente ritenute volgari. Il fatto che alcune (forse molte, troppe) di quelle visibili siano poco apprezzate da una certa categoria di persone, non è nelle nostre preoccupazioni. Ognuno di noi ha le sue opinioni, ma non per questo dobbiamo imporre il silenzio a quelle che non ci aggradano. Noi non siamo dei nostalgici del medievale [https://it.wikipedia.org/wiki/Confiteor Confiteor]; sì, lo ricordate, quello che recitava: “che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”. Già il concetto di peccato è tutto da discutere, figuriamoci poi se applicato ai pensieri e alle parole. Ma ci fermiamo qui per non aprire troppe finestre di discussione.
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Per renderle maggiormente consultabili abbiamo raggruppato le immagini in varie categorie. E’ un lavoro molto complesso e che non ha mai fine perché continua con l’arrivo di nuove immagini da catalogare. Spesso le immagini ricordano un certo episodio che nel tempo verrebbe dimenticato. Per questo motivo a volte le commenteremo in modo da meglio inquadrarle nel periodo storico da cui sono scaturite.
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Ulteriori dettagli li leggete anche [[DEI RICCHI:Copyright#Immagini_utilizzate_per_L.26I|qui]].
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== Tutte le categorie di L&I ==
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|testo=Non conosciamo confessioni religiose che vivano nella povertà. Ma questo non è esecrabile quanto lo è predicarla ma vivere nell’abbondanza che spesso travalica il lusso e lo sperpero. Questa è la condizione in cui opera la Chiesa, praticamente da quando è nata. Una contraddizione che non può passare inosservata e che è motivo di rimproveri da secoli da parte di chi vorrebbe la Chiesa più vicina ai poveri secondo una lettura compassionevole del dettato evangelico.<br>Ricordiamo inoltre che motivi di soldi furono già all’origine della scissione tra protestanti e cattolici ai tempi di Luthero.<br>Le vignette sono tante anche in questo caso e abbiamo cercato di raggrupparle lasciando una categoria a parte per il Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano.
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|testo=Non conosciamo confessioni religiose che vivano nella povertà. Ma questo non è esecrabile quanto lo è predicarla ma vivere nell’abbondanza che spesso travalica il lusso e lo sperpero. Questa è la condizione in cui opera la Chiesa, praticamente da quando è nata...  
 
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|testo=Le contraddizioni dell’insegnamento religioso sono un terreno su cui si imbattono non solo quelli che lo criticano ma pure quelli che lo praticano. Quindi di materiale su cui discutere ce n’è veramente a bizzeffe.<br>Nei nostri libri non ci siamo occupati di esse per lo più quando le abbiamo incontrate nei racconti storici, meglio ancora in quelli biblici. Ne sono nate le migliori scoperte, ma immaginiamo che per un  credente valgano ben poco, ancorato com’è alla sua fede (che per lo più nasconde la sua ignoranza).<br>In Internet abbiamo trovato ben poche immagini che si occupano delle contraddizioni storiche. Effettivamente il critico razionalista e l’ateo in generale si dedicano molto più all’ideologia religiosa che alla sua genesi storica. Vabbè, quest’ultimo campo è pane per i nostri denti, agli altri il resto.
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|testo=Riportiamo negli articoli di questa categoria una serie di citazioni di autori più o meno antichi. Li abbiamo elencati per secoli in cui sono vissuti, aggregando quelli nati prima del XVIII secolo in una categoria a sé stante in quanto meno numerosi.<br>C’è un fattore da considerare: di nessuna di queste citazioni siamo sicuri né del testo né dell’autore. Quindi il lettore faccia bene attenzione nel formulare affermazioni del tipo “il tal dei tali ha detto che…” basandosi sulle citazioni che trova qui come altrove in internet. Spesso le frasi sono estrapolate, tagliate, tradotte a senso, in poche parole non corrispondenti ad un originale. In più non sappiamo se un personaggio è effettivamente l’autore di ciò che gli viene attribuito.<br>Per dipanare tutti questi dubbi è necessaria un’attenta ricerca che conduca agli originali. I quali dovrebbero essere cartacei, almeno tornando indietro nei secoli. Questa ricerca, per motivi di tempo, non può essere nostra in quanto il compito che ci siamo prefissi non la comprende. Il lettore dotato di preziosa curiosità la farà di sua iniziativa e, se ne verrà a capo, sarà bene accetta la comunicazione da parte sua di quello che avrà trovato.
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|testo=Riportiamo negli articoli di questa categoria una serie di citazioni di autori più o meno antichi. Li abbiamo elencati per secoli in cui sono vissuti, aggregando quelli nati prima del XVIII secolo in una categoria a sé stante in quanto meno numerosi...
 
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|testo=In una società è difficile che il comportamento del singolo passi inosservato. Figurarsi poi quello dei credenti che sbandierano ai quattro venti le loro fedi. Non bastasse, impongono agli altri di seguirle perché, è scontato, la propria fede è sempre la migliore. Tutte queste convinzioni danno luogo poi ad atteggiamenti che possono rasentare il ridicolo. Anche quando non arrivano a questi livelli, ci pensa l’occhio dell’osservatore vigile a cogliere le sfumature da bacchettare, o semplicemente da ironizzare.
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|testo=Il credente normalmente non legge i “testi sacri” su cui si basa la sua religione. Si limita a partecipare alle funzioni religiose e si ricorda qualcosa degli insegnamenti ricevuti, magari tanti anni prima dell’età che ha attualmente. Questo significa che rimane pervaso dalla sua fede solo perché quello che ricorda e segue è consono alle sue aspettative riguardo alla divinità che adora. Tutto è bello e buono. Effettivamente, leggendo o ascoltando i discorsi dei predicatori, l’affermazione “Dio è amore”, è spesso ricorrente. Ma è quello che effettivamente si desume dalla storia e dalla pratica delle religioni? La risposta è no e gli esempi che abbiamo raccolto smentiscono categoricamente quell’affermazione. Si può al più ritenere che “Dio è amore” ma solo per quelli che se la spassano bene. Quelli che continuano, anche nei periodi meno felici, a sostenere ancora tale convinzione, lo fanno o in malafede oppure per ignoranza e spesso con giustificazioni che in quanto a logica lasciano molto a desiderare. Ma anche a questi difensori della fede ad ogni costo dedicheremo le pagine che meritano.
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|testo=Chi conosce il Vecchio Testamento sa che è un libro tutt’altro che spiritoso. Nonostante il cipiglio che si porta appresso dall’inizio alla fine della narrazione, le contraddizioni che i suoi racconti manifestano fanno scaturire interpretazioni molto divertenti...
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|testo=la Chiesa non viene intaccata dai comportamenti dei suoi "pastori". Sia perché le notizie negative che la riguardano hanno un’eco minima nei mass media, sia perché vengono surclassate da abili messinscene atte a ridimensionare il problema...
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|testo=Di qualsiasi confessione sia la religione dominante, i governanti dipendono da essa nelle decisioni che prendono. Certo, la dipendenza può essere più o meno sfacciata, ma c’è. Magari vi sarà sempre quello che sbandiera la maggiore laicità di una forza politica rispetto ad un’altra, ma a ben guardare le tracce delle dipendenza dei politici dal loro credo religioso sono evidenti e indelebili.<br>Di esempi se ne raccolgono tanti e la nostra rassegna l’abbiamo divisa sia per temi che per periodi o episodi singoli. Se qualcuno dovesse nel tempo smarcarsi da certe posizioni filo-ecclesiastiche, una traccia del suo pensiero sarà rinvenibile comunque.
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|testo=Di qualsiasi confessione sia la religione dominante, i governanti dipendono da essa nelle decisioni che prendono. Certo, la dipendenza può essere più o meno sfacciata, ma c’è. Magari vi sarà sempre quello che sbandiera la maggiore laicità di una forza politica rispetto ad un’altra, ma a ben guardare le tracce delle dipendenza dei politici dal loro credo religioso sono evidenti e indelebili...
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|testo=L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza solo con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto. Insomma il pensiero alternativo ha molti ambiti in cui può esprimersi, anche se non sempre in modo coerente o neutrale.<br>Spesso infatti la critica non è generalizzata ma si concentra contro questa o quella confessione. Diventa insomma espressione partitica, se vogliamo usare un termine adoperato in politica: cattolici contro testimoni di Geova, ebrei contro mussulmani e via dicendo. Così si riconoscono le menti che confezionano certe vignette perché esprimono la voglia di denigrare degli avversari piuttosto che far risaltare le contraddizioni dell’ideologia o dell’operato di una confessione che non è la propria. La critica matura passa prima per l’autocritica, cioè nel controllo del proprio pensiero o atteggiamento per scoprire se non ha per caso qualcosa in comune con quello degli “avversari”.<br>In tutto questo cosa manca? Dalla nostra esperienza è chiaro che è l’analisi storica quella di cui difettano i critici delle religioni. Le vignette infatti raramente contengono riflessioni sulla genesi del culto perché essa non è nota al pubblico. Ci si ferma sul piano ideologico, ma quello storico non è contemplato perché ai più è ignoto. Questo è ciò che manca e che noi abbiamo cercato di colmare almeno per la religione cristiana.
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|testo=L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto....
 
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|testo=Non è vero che esiste un pacato confronto tra quelli che non credono in una divinità e quelli che invece si professano credenti. Spesso non ci si limita ad una semplice battuta ironica ma si scende in attacchi via via più ispirati dall’odio. E non scendiamo certamente a fare il conto di chi ha perseguitato chi, di più o di meno nel corso dei secoli.<br>Ci piace piuttosto offrire in questa sezione quello che gli atei pensano o vorrebbero dire ai credenti, o meglio ancora ai creduloni. Non lo fanno se non nelle forme ironiche o critiche qui esposte. Forme che a noi bastano per rendere conto delle idee che normalmente non compaiono nei mass media, così occupati a scrivere del quotidiano del passato e del futuro ma solo nelle forme conformiste autorizzate.
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|testo=Non è vero che esiste un pacato confronto tra quelli che non credono in una divinità e quelli che invece si professano credenti. Spesso non ci si limita ad una semplice battuta ironica ma si scende in attacchi via via più ispirati dall’odio...
 
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|testo=La storia ci racconta di alcuni periodi in cui la scienza venne surclassata dalla credenza religiosa a tal punto che non vi era libertà di parola per chi professava qualcosa in contrasto con il “dettato divino”. L’esempio di Galileo Galilei è forse quello più noto, ma se ne potrebbero aggiungere molti altri. Il dibattito poi infervora sempre gli atei contro i cattolici, ma non vogliamo raccogliere il testimone di questa diatriba.<br>Se potessimo affermare che i tempi moderni sono scevri di caccia alle streghe allora ci sentiremmo più liberi di addentrarci nell’argomento. Siccome però ora le streghe hanno solo cambiato nome (spesso sono bollate come “complottiste”) e sono gli stessi difensori della scienza a scagliarsi contro chi non si allinea alla versione “accettata dalla maggioranza”, preferiamo limitarci a quello che ci siamo ripromessi di pubblicare.<br>Perciò anche in questa sezione forniremo una serie continua di invettive contro la credulità religiosa. Una raccolta di evidenze di quanto lontano dalla realtà possa spingersi il culto per l’impossibile.<br>Facendo però attenzione, come abbiamo rimarcato, che anche il culto della scienza può condurre alle medesime aberrazioni. Soprattutto, lo ripetiamo, quando gli stereotipi dietro i quali nascondiamo le nostre convinzioni, sono sostenuti da frasi tipo: “la maggioranza degli studiosi afferma che”, “tutti gli esperti sono concordi in”, “ma quello che sostiene ciò non è mica un accademico” ecc..<br>Insomma, libertà di ricerca e intelligenza nel metodo sempre attivi, mi raccomando.
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|testo=La storia ci racconta di alcuni periodi in cui la scienza venne surclassata dalla credenza religiosa a tal punto che non vi era libertà di parola per chi professava qualcosa in contrasto con il “dettato divino”. L’esempio di Galileo Galilei è forse quello più noto, ma se ne potrebbero aggiungere molti altri...
 
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Versione attuale delle 06:48, 16 mar 2021

Presentazione di L&I (Liberi & Intelligenti)

Liberi & Intelligenti, o in poche lettere: L&I (pronunciato "ellendi"). E' questo il posto dove raccogliamo tutti i meme e gli screenshot che testimoniano in immagini e poche parole quello che accade nel mondo, con particolare attenzione ai comportamenti religiosi delle persone.

E’ vero, non sapevamo come intitolare questo portale. Il materiale da presentare sono tante, tante immagini raccolte in internet e che fanno riflettere sui rapporti che molte persone hanno con le religioni che si ispirano alla Bibbia. Relazioni non semplici e sulle quali potremmo scrivere pagine e pagine. Ma non è il nostro scopo, perché quando ci mettiamo sulla tastiera preferiamo farlo per comunicare le nostre scoperte sul cristianesimo.

Ma allora che fare di tutte quelle istantanee, che ci hanno incuriosito in tutti questi anni? Non bastava raccoglierle, come si fa con i francobolli o qualsiasi altro oggetto da collezione. Non è nel nostro spirito quello di impadronirci di quanto ci piace e riteniamo meritevole di essere condiviso. Erano immagini condivise da altri e quindi? Semplicemente meritavano di rimanere ancora un po’ in internet, non dimenticate nei post di Facebook o nei messaggi di Whatsapp.

Perché questa attenzione? Ci pare che se non tutte almeno moltissime dimostrino l’intelligenza delle persone che non accettano acriticamente quello che gli viene propinato. E come fanno a dimostrare il loro disappunto o semplicemente la meraviglia di una breve opinione? Poche parole e una foto. Perché, nella società come la nostra dove a livello di mainstream si sta imponendo il pensiero unico, scoprire tutta questa varietà è come meravigliarsi davanti alla biodiversità della natura, che le multinazionali vorrebbero coprire con il brevetto propinando alla gente sempre i soliti prodotti.

Quindi che fare? Dare uno spazio a questi pensieri in cui la libertà e l’intelligenza, seppure a piccole dosi, viene espressa. Uno spazio che nei canali d’informazione, quelli dove solo gli esperti possono parlare o scrivere, non avrebbero. Rappresentare che il pensiero comune non è sempre quello degli esperti, ma non per questo è meno interessante, né meno intelligente, né meno creativo. Anzi.

Scopo e organizzazione delle immagini

Il termine condividere ha un particolare utilizzo in Internet, soprattutto nei social. Viene usato nell’eccezione di “rendere disponibile nel proprio profilo quello che si trova altrove”. Ovvero non indica che necessariamente quanto condiviso rappresenta esattamente il pensiero di chi lo condivide. Lo stesso principio vale per noi in queste pagine: il nostro pensiero non si immedesima con quello che condividiamo, ma riteniamo che il suo contenuto meriti attenzione e perciò cerchiamo di divulgarlo.

Abbiamo evitato di pubblicare le immagini comunemente ritenute volgari. Il fatto che alcune (forse molte, troppe) di quelle visibili siano poco apprezzate da una certa categoria di persone, non è nelle nostre preoccupazioni. Ognuno di noi ha le sue opinioni, ma non per questo dobbiamo imporre il silenzio a quelle che non ci aggradano. Noi non siamo dei nostalgici del medievale Confiteor; sì, lo ricordate, quello che recitava: “che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”. Già il concetto di peccato è tutto da discutere, figuriamoci poi se applicato ai pensieri e alle parole. Ma ci fermiamo qui per non aprire troppe finestre di discussione.

Per renderle maggiormente consultabili abbiamo raggruppato le immagini in varie categorie. E’ un lavoro molto complesso e che non ha mai fine perché continua con l’arrivo di nuove immagini da catalogare. Spesso le immagini ricordano un certo episodio che nel tempo verrebbe dimenticato. Per questo motivo a volte le commenteremo in modo da meglio inquadrarle nel periodo storico da cui sono scaturite.

Ulteriori dettagli li leggete anche qui.

Tutte le categorie di L&I

Ateismo
Storia-dellateismo.jpg

C’era una volta un bel libro intitolato Storia dell’ateismo. Pubblicato prima in Francia e poi, nel 2000, anche in Italia, attualmente sembra non più reperibile...

Avidità
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Non conosciamo confessioni religiose che vivano nella povertà. Ma questo non è esecrabile quanto lo è predicarla ma vivere nell’abbondanza che spesso travalica il lusso e lo sperpero. Questa è la condizione in cui opera la Chiesa, praticamente da quando è nata...

Catechismo
000152-20180314.jpg

Le contraddizioni dell’insegnamento religioso sono un terreno su cui si imbattono non solo quelli che lo criticano ma pure quelli che lo praticano. Quindi di materiale su cui discutere ce n’è veramente a bizzeffe....

Citazioni
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Riportiamo negli articoli di questa categoria una serie di citazioni di autori più o meno antichi. Li abbiamo elencati per secoli in cui sono vissuti, aggregando quelli nati prima del XVIII secolo in una categoria a sé stante in quanto meno numerosi...

Credenti
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In una società è difficile che il comportamento del singolo passi inosservato. Figurarsi poi quello dei credenti che sbandierano ai quattro venti le loro fedi...

Crudeltà
000184-20180316.jpg

Il credente normalmente non legge i “testi sacri” su cui si basa la sua religione. Si limita a partecipare alle funzioni religiose e si ricorda qualcosa degli insegnamenti ricevuti, magari tanti anni prima dell’età che ha attualmente...

Ironia
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Chi conosce il Vecchio Testamento sa che è un libro tutt’altro che spiritoso. Nonostante il cipiglio che si porta appresso dall’inizio alla fine della narrazione, le contraddizioni che i suoi racconti manifestano fanno scaturire interpretazioni molto divertenti...

Moralità
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la Chiesa non viene intaccata dai comportamenti dei suoi "pastori". Sia perché le notizie negative che la riguardano hanno un’eco minima nei mass media, sia perché vengono surclassate da abili messinscene atte a ridimensionare il problema...

Politica
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Di qualsiasi confessione sia la religione dominante, i governanti dipendono da essa nelle decisioni che prendono. Certo, la dipendenza può essere più o meno sfacciata, ma c’è. Magari vi sarà sempre quello che sbandiera la maggiore laicità di una forza politica rispetto ad un’altra, ma a ben guardare le tracce delle dipendenza dei politici dal loro credo religioso sono evidenti e indelebili...

Religioni
000195-20180317.jpg

L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto....

Ring
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Non è vero che esiste un pacato confronto tra quelli che non credono in una divinità e quelli che invece si professano credenti. Spesso non ci si limita ad una semplice battuta ironica ma si scende in attacchi via via più ispirati dall’odio...

Scienza
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La storia ci racconta di alcuni periodi in cui la scienza venne surclassata dalla credenza religiosa a tal punto che non vi era libertà di parola per chi professava qualcosa in contrasto con il “dettato divino”. L’esempio di Galileo Galilei è forse quello più noto, ma se ne potrebbero aggiungere molti altri...