Differenze tra le versioni di "Religioni - Presentazione"

Da DEI RICCHI.
 
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==La critica alle religioni==
 
L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto. Insomma il pensiero alternativo ha molti ambiti in cui può esprimersi, anche se non sempre in modo coerente o neutrale.<br>Spesso infatti la critica non è generalizzata ma si concentra contro questa o quella confessione. Diventa insomma espressione partitica, se vogliamo usare un termine adoperato in politica: cattolici contro testimoni di Geova, ebrei contro mussulmani e via dicendo. Così si riconoscono le menti che confezionano certe vignette perché esprimono la voglia di denigrare degli avversari piuttosto che far risaltare le contraddizioni dell’ideologia o dell’operato di una confessione che non è la propria. La critica matura passa prima per l’autocritica, cioè nel controllo del proprio pensiero o atteggiamento per scoprire se non ha per caso qualcosa in comune con quello degli “avversari”.<br>In tutto questo cosa manca? Dalla nostra esperienza è chiaro che è l’analisi storica quella di cui difettano i critici delle religioni. Le vignette infatti raramente contengono riflessioni sulla genesi del culto perché essa non è nota al pubblico. Ci si ferma sul piano ideologico, ma quello storico non è contemplato perché ai più è ignoto. Questo è ciò che manca e che noi abbiamo cercato di colmare almeno per la religione cristiana.
 
L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto. Insomma il pensiero alternativo ha molti ambiti in cui può esprimersi, anche se non sempre in modo coerente o neutrale.<br>Spesso infatti la critica non è generalizzata ma si concentra contro questa o quella confessione. Diventa insomma espressione partitica, se vogliamo usare un termine adoperato in politica: cattolici contro testimoni di Geova, ebrei contro mussulmani e via dicendo. Così si riconoscono le menti che confezionano certe vignette perché esprimono la voglia di denigrare degli avversari piuttosto che far risaltare le contraddizioni dell’ideologia o dell’operato di una confessione che non è la propria. La critica matura passa prima per l’autocritica, cioè nel controllo del proprio pensiero o atteggiamento per scoprire se non ha per caso qualcosa in comune con quello degli “avversari”.<br>In tutto questo cosa manca? Dalla nostra esperienza è chiaro che è l’analisi storica quella di cui difettano i critici delle religioni. Le vignette infatti raramente contengono riflessioni sulla genesi del culto perché essa non è nota al pubblico. Ci si ferma sul piano ideologico, ma quello storico non è contemplato perché ai più è ignoto. Questo è ciò che manca e che noi abbiamo cercato di colmare almeno per la religione cristiana.
  
 
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Versione attuale delle 13:17, 14 mar 2021

La critica alle religioni

L’ateismo, a cui abbiamo dedicato una sezione a parte, è solo una parte della critica alle religioni. Infatti essa non si concretizza con la negazione della divinità, ma può anche concentrarsi sul rifiuto dei dogmi religiosi, oppure delle dottrine e dei rituali che costituiscono ossatura o vestito del culto. Insomma il pensiero alternativo ha molti ambiti in cui può esprimersi, anche se non sempre in modo coerente o neutrale.
Spesso infatti la critica non è generalizzata ma si concentra contro questa o quella confessione. Diventa insomma espressione partitica, se vogliamo usare un termine adoperato in politica: cattolici contro testimoni di Geova, ebrei contro mussulmani e via dicendo. Così si riconoscono le menti che confezionano certe vignette perché esprimono la voglia di denigrare degli avversari piuttosto che far risaltare le contraddizioni dell’ideologia o dell’operato di una confessione che non è la propria. La critica matura passa prima per l’autocritica, cioè nel controllo del proprio pensiero o atteggiamento per scoprire se non ha per caso qualcosa in comune con quello degli “avversari”.
In tutto questo cosa manca? Dalla nostra esperienza è chiaro che è l’analisi storica quella di cui difettano i critici delle religioni. Le vignette infatti raramente contengono riflessioni sulla genesi del culto perché essa non è nota al pubblico. Ci si ferma sul piano ideologico, ma quello storico non è contemplato perché ai più è ignoto. Questo è ciò che manca e che noi abbiamo cercato di colmare almeno per la religione cristiana.