Nascita di un impero e di una religione

Da DEI RICCHI.
La copertina del libro De romana fabula

Nelle pagine precedenti abbiamo steso le basi per una ricerca storica in generale. Riassumendole abbiamo indicato:

Nell’ultima pagina abbiamo introdotto molti elementi da noi utilizzati per una ricerca originale e avanzata sulle religioni antiche. Tra questi la necessità della stesura di una mappa spazio temporale, cornice e sfondo indispensabile per qualsiasi studio che minimizzi gli errori di valutazione dei dati storici.

Ora possiamo cominciare ad applicare tutte queste informazioni agli ambiti d’interesse e lo faremo iniziando con un breve excursus storico.

Dalla repubblica all’impero

Siamo nel I secolo a.C., periodo in cui la Repubblica romana sta vivendo i suoi ultimi anni al riparo delle proprie leggi e tradizioni. Forte di un consolidato ordinamento istituzionale ha saputo gestire il suo predominio sul Mediterraneo e i paesi limitrofi, ma ad un certo punto subisce un grande scossone che la trasformerà in un impero. Non più quindi il potere bilanciato tra senato e due consoli eletti annualmente, ma questi ultimi sostituiti da un'unica figura con poteri sull’esercito e su gran parte degli organi amministrativi: l’imperatore. Una scelta forzata, dettata dalle ambizioni di Giulio Cesare la cui opera portò alla disfatta di Lepido e Pompeo Magno, e venne proseguita dalle vittorie del figlio Augusto che sbaragliò i contendenti e soggiogò il senato al proprio volere.

Questa è una breve sintesi di quanto conosciamo scolasticamente e che non sembra avere a che fare con la religione cristiana, men che meno con quella ebraica.

Destini comuni tra Roma e Gerusalemme

Eppure è proprio durante il regno di Augusto che viene fatto nascere Gesù. E sempre quando il primo imperatore sale al potere, anche in Giudea avviene un cambio epocale che vede un re idumeo di nome Erode prendere il potere ed esautorare la classe sacerdotale che prima governava sulla regione.

Curioso parallelismo quello tra Augusto ed Erode, che però ripresenta la già anticipata e sospetta asimmetria: se infatti dell’imperatore si sono conservati innumerevoli reperti dell’epoca, a cominciare dalle monete per finire con le epigrafi, di Erode sembra tutto scomparso. Sono rimasti per lo più alcuni accenni di questo nome nei Vangeli e poi tutte le pagine che a lui dedica lo scrittore ebreo Giuseppe Flavio.

Scritti, logica e tanto altro

Questa ed altre circostanze suggeriscono un’ulteriore domanda: e se oltre alla Bibbia anche altri testi, normalmente considerati la base della storia antica, fossero stati opportunamente alterati? La congettura è pesante perché sottintende il mettere in dubbio le fonti dalle quali è nota la storia degli Ebrei. Ma ancora più grave è porre sul banco dei falsari anche gli autori che ci hanno tramandato la cronaca dell’epoca, segnatamente la storia romana. Così facendo su cosa possiamo fare affidamento? A questo dubbio noi rispondiamo: la logica che mette alla prova le ipotesi confrontando e collegando le informazioni a disposizione, che, per fortuna, non sono poche in quanto, oltre ai testi, ci rimangono molte altre fonti da considerare:

  • i reperti archeologici
  • i testi apocrifi
  • le raffigurazioni religiose.

È proprio a queste ultime che abbiamo dedicato un libro Le immagini del mistero perché nelle opere pittoriche sono presenti elementi ripetitivi e simbolici che traducono in un altro linguaggio quello che i testi non possono esporre esplicitamente.

Constatazioni e trucchi

Riassumendo:

  • la Bibbia non racconta esattamente i fatti, ma li altera modificando i nomi di personaggi e località nonché le date in cui accaddero
  • a eseguire queste alterazioni furono preposte delle persone che appartenevano alle alte sfere dell’Impero romano
  • questi falsari propagarono le alterazioni anche alle cronache antiche
  • per individuare le alterazioni e ricostruire la realtà antica è necessario utilizzare anche altre testimonianze con cui confrontare le opere oggetto di critica.
La copertina del libro Anno Domini

Il lavoro di analisi ha occupato decine di anni ed ha avuto il suo culmine nell’opera Anno domini dove abbiamo scoperto il trucco utilizzato per tener traccia delle falsificazioni. È una chiave di lettura che permette di rileggere i passi delle opere in modo da ricostruire la verità che esse dovevano celare. Un espediente semplice che abbiamo intuito dalla presenza di passi che iniziavano con perifrasi di questo tipo: “In quei giorni…”. In sostanza testi come Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio o gli Annali di Tacito contengono brani che narrano dei medesimi eventi ma i cui protagonisti hanno nomi diversi e agiscono in località e tempi altrettanto differenti. È possibile rintracciare questi brani perché essi occupano spazi temporali e presentano eventi e personaggi sovrapponibili a volte in maniera sfacciata. Per denominarli abbiamo usato l’acronimo SET (Sequenze di Eventi e Tempi) la cui unione compone la storia dall’inizio delle gesta di Giulio Cesare fino alla fine del I secolo d.C. e che abbiamo denominato SAD (Sequenza Anno Domini).

La SAD fornisce alcune conferme fondamentali a:

  • la validità del percorso di studio utilizzato e le ipotesi avanzate
  • una ordinata cronologia degli eventi evangelici
  • una rilettura della storia in cui si dimostra che il cristianesimo ha interessato Roma fin dai primordi e più di quanto si immagini
  • i nomi dei personaggi che erano già stati ritrovati nei libri precedenti.

Il terzo e quarto punto sono importanti perché consentono di cercare e trovare al di fuori della Giudea le prove dei racconti biblici che altrimenti sarebbero privi di un concreto riscontro materiale.